A CURA DI:
Dr. Simone Minichiello – Logopedista , esperto nel trattamento Psicoeducativo dei bambini con Disturbi dello Spettro Autistico.
Introduzione:
In passato si pensava che i bambini autistici soffrissero per rifiuto di sentimenti e desideri, e si dava loro di conseguenza la possibilità di libera espressione in un quadro non strutturato sperando che potessero trovare una via per liberare le proprie potenzialità inibite. Nulla di più sbagliato: l’esperienza di molti anni ci ha insegnato che in questo modo si produce l’effetto contrario, aumentando. l’angoscia e i problemi comportamentali. Si sa ora che la persona autistica, a causa dei deficit di comunicazione e della “cecità sociale” alla base dei disturbo autistico, ha bisogno di una strutturazione dell’ambiente per rassicurarsi, e che l’ansia diminuisce quando sa esattamente che cosa ci si aspetta da lui in un certo momento e in un certo luogo, che cosa succederà in seguito, come, dove e con chi. Un quadro temporo-spaziale molto strutturato, in altre parole comprensibile e prevedibile, costituisce il primo passo per poter impostare un lavoro educativo con il bambino autistico. La strutturazione tuttavia non deve significare rigidità, ma deve essere flessibile, costruita in funzione dei bisogni e dei livelli di sviluppo dei singolo bambino e soggetta a modifiche in ogni momento; nè deve essere fine a se stessa, ma rappresentare un mezzo per aiutare una persona in difficoltà a causa della propria impossibilità a comunicare. Se appare evidente che l’alunno autistico funziona meglio in un ambiente strutturato perchè ciò gli garantisce la prevedibilità degli eventi e una maggiore comprensione della complessità del reale, allora la STRUTTURAZIONE deve essere l’abito mentale che informa tutti gli aspetti del progetto educativo per l’alunno. Nulla deve essere improvvisato, ma occorre predeterminare tutto; solo così, in una cornice predeterminata e molto chiara, sarà possibile approfittare degli stimoli offerti nella vita quotidiana dall’inserimento dell’alunno nell’ambiente sociale naturale della classe. Così strutturazione si coniuga con flessibilità, dosando sapientemente i due ingredienti in base all’evoluzione del bambino e della rigidità ed essenzialità delle sue strutture cognitive. Quello che è importante sottolineare, infatti, è che la struttura di tempo e spazio non è fine a sè stessa, nè un obiettivo da raggiungere, bensì uno strumento evolutivo, un mezzo per aiutare la persona autistica a raggiungere una migliore padronanza del proprio ambiente e della propria vita; come tale deve essere considerata come una impalcatura che sorregge un edificio in costruzione, e che viene tolta gradualmente man mano che la costruzione acquista stabilità, allo stesso modo la rigidità della strutturazione spazio- temporale va diminuita man mano che ci si rende conto che la persona può farne a meno.
Bisogni rilevati:
Il progetto nasce dall’esigenza di fornire un adeguato trattamento Logopedico, in un più ampio intervento Psicoeducativo per i bambini che presentano un Disturbo dello Spettro Autistico.
Destinatari:
Due bambini con Autismo, residenti ad Occhiobello,frequentati la 3a elementare.
Problema/bisogno:
Di fronte alla gravità di alcune disabilità, è pensiero comune che non ci sia nulla da fare. Tuttavia ogni persona, in quanto tale, ha il diritto di avere la possibilità di sentire e relazionarsi a partire da un contatto con il proprio vissuto e dalla relazione con
l’altro.
Obiettivo generale:
L’intervento pedagogico – clinico proposto, intende aiutare il soggetto coinvolto a vivere il proprio corpo in modalità diverse, cogliere i messaggi che da esso riceve, sperimentarlo in situazioni nuove che favoriscono la piacevolezza del con – tatto e stimolano nuove sensazioni e vissuti.
Obiettivi:
- Occuparsi di comunicazione, oltre che di linguaggio
- promuovere il contatto oculare durante gli scambi comunicativi
- promuovere l’uso del linguaggio sia nei setting di terapia che negli altri contesti di vita naturale, incoraggiando le richieste, i commenti ecc. con persone diverse in contesti diversi
- sviluppare le capacità di presa di turno, che costituisce una delle forme di comunicazione pragmatica più importanti
- favorire lo sviluppo della capacità di rispondere alle istruzioni nei diversi contesti di vita naturale.
- favorire lo sviluppo delle capacità di valutazione dei comportamenti inadeguati in diversi contesti.
- promuovere la capacità di fare commenti su un determinato argomento una volta che il paziente ha acquisito la capacità di usare frasi con molte parole.
- ridurre la tendenza a conversare su pochi argomenti o ritornare in modo perseverante allo stesso argomento
- incoraggiare il linguaggio sociale e interattivo.
Tempi:
Durante l’arco dell’anno scolastico 2012-2013